OSTEOPATIA CRANIO-SACRALE

                                             

William Garner Sutherland (1873/1954) si é laureatosi all’ASO nel Giugno del 1900. Distintosi come uno degli studenti più brillanti del Dott. Andrew Taylor Still, durante il corso dei suoi studi scoprì che le 26 ossa che compongono il cranio erano intimamente articolate tra loro in modo da permettere un leggero e dolce movimento “MRP”, ponendo così le basi per lo sviluppo dell’osteopatia craniale.

Comprese che il movimento derivava da una lieve espansione e contrazione ritmica a livello delle cellule cerebrali.

Scoprì inoltre che il movimento non è limitato al cranio, ma che può essere ascoltato in tutto il corpo, da qui la terapia cranio-sacrale per mezzo della quale si può agire a distanza.

La frequenza del ritmo cranio-sacrale è compresa tra sei e dodici cicli al minuto, nel caso di patologie è possibile osservare ritmi con frequenze inferiori a sei e superiori a dodici cicli al minuto.

Il movimento è completamente indipendente da quello derivanti dalla respirazione e dalla pulsazione cardiaca.

Anche se verso i 50’anni le ossa craniche si saldano fra loro, la plasticità dell’osso continua a permette loro dei movimenti anche se pur minimi.

Lo stesso vale per le altre strutture del nostro corpo, un es.: organi come il fegato, lo stomaco, la milza ecc. hanno un movimento proprio (motilità) che non dipende dalla respirazione polmonare (mobilità) ma dal movimento innescato a livello cerebrale che tramite il liquor cerebro-spinale che scorre attorno al cervello ed al midollo spinale si propaga a tutte le strutture corporee.

Fasce Connettivali

Un ruolo molto importante hanno le fasce connettivali. Per conoscerle e visualizzare in modo semplice e chiaro queste strutture useremo un esempio pratico:

– se si osservano i tessuti ad es. di una coscia di pollo prima che essa venga cucinata, sollevato lo strato di pelle, si noterà una specie di seconda pelle biancastra così sottile da sembrare quasi trasparente, questa é la “Fascia Connettivale”.

Tecnicamente, le fasce possono essere considerate come un unico rivestimento continuo di tessuto organizzato in strati che si estende senza interruzioni dalla testa ai piedi.

Esse come una ragnatela avvolgono: i visceri, i muscoli (i fasci muscolari e le singole fibre muscolari) e le strutture scheletriche, mettendole in relazione le une con le altre.

Ciò significa che la disfunzione di una delle strutture componenti il nostro corpo, essendo in relazione con altre per mezzo delle fasce, può creare a distanza disfunzioni di un organo, di un viscere di un’articolazione ecc.

Quindi un dolore alla cervicale (cervicalgia) potrebbe avere origini viscerali o ancora più lontane come per esempio, a causa di un blocco articolare a livello della gamba o del piede.

Dobbiamo inoltre ricordare che la fascia è una struttura molto importante anche per ciò che concerne l’atto motorio, infatti prima che si compia il movimento, gli impulsi nervosi passano da prima per questa struttura e solo in seguito arrivano al muscolo.

Le fasce subendo i cambi di temperatura, saranno più mobili con il calore o più rigide, più dense e quindi meno mobili con il freddo (così come si comporta l’olio se passa dalla temperatura ambiente a quella del frigo), influendo quindi sul movimento.

Allo stesso modo il lavoro muscolare, sottinteso come allenamento muscolare, agirà per primo sull’ispessimento delle fasce e poi sulla tonicità muscolare.

Quando si parla di massaggio, ricordiamoci che con esso non agiremo solamente sul muscolo ma anche su questa importante struttura.

Le fasce inoltre fanno parte del sistema di mantenimento della postura insieme a scheletro e muscoli.

Sarà quindi più semplice ora immaginare l’importanza e l’utilità di questa struttura poco conosciuta.

 
Liberazione somato-emozionale

Vi è la teoria secondo la quale in seguito ad un trauma fisico o psichico, le fasce connettivali interessate da questi eventi, accumulino la memoria di questi eventi. Con tecniche di rilassamento si andrà ad agire sulle tensioni createsi a livello delle fasce connettivali, riproducendo la situazione traumatica di partenza, allo scopo di liberare le emozioni trattenute nei tessuti.

 
In osteopata ci si riferisce a lesioni:

funzionali → per esprimere una riduzione di movimento di una struttura ossea, viscere od organo.

Un osso del piede può avere un movimento ampio in una direzione ma limitato nell’altra e, per via della stretta relazione con le fasce, creare una disfunzione importante a distanza quale una cervicalgia,

strutturali → per esprimere la completa mancanza di movimento di una struttura con conseguenze simili a quelle sopra descritte,

ptosi → la discesa verso il basso di un viscere od un organo. Le maggiori pressioni generate dalla ptosi sulle strutture sottostanti possono provocare delle disfunzioni che nella donna possono pregiudicare la fertilità od in altre situazioni dare problemi di tipo uro-genitale, di digestione o di circolazione sanguigna come per le “emorroidi” che, di norma si formano quando vi è una stasi venosa, cioè un ostacolo al deflusso del sangue della vena porta che raccoglie il sangue dall’apparato digerente e lo convoglia al fegato.

Molto altro si potrebbe dire al riguardo, ma credo che già da queste poche informazioni si possa immaginare quanto l’osteopatia possa essere d’aiuto.